QualcunA

8 marzo 2011. In tutto il mondo oggi si festeggia la festa della donna, tradizione che affonda le radici in un evento abbastanza triste.

Tutto nasce nel 1908, a New York in una fabbrica tessile di Cotton, quando 129 operaie decisero di ribellarsi scioperando, alle pietose condizioni di lavoro a cui erano sottoposte e costrette a sottostare. Lo sciopero si protrasse per qualche giorno e fu così che, il proprietario dello stabilimento, Mr. Johnson, sbarrando le porte della fabbrica, impedì alle donne ribelli e rivoluzionarie, di abbandonare la struttura. Sfortunatamente, durante la manifestazione, qualcosa andò storto e scoppiò un incendio che impedì alle operaie di fuggire per mettersi in salvo. Le 129 donne morirono arse dalle fiamme.

Ora: nel momento in cui c’è una rivoluzione, non si conoscono mai a priori le conseguenze, e molte volte queste sono maggiori dei risultati che si sperava di ottenere. Pensiamo ai rivoluzionari francesi del 1789 che non volevano abbattere la monarchia, ma solo Luigi XVI.

Invece, tornando alle operaie ribelli, mi sembra che comunque noi donne continuiamo a combattere per le stesse cose e a lamentarci sempre degli stessi atteggiamenti.

Combattiamo per avere le stesse condizioni lavorative e sociali degli uomini, combattiamo perché il nostro corpo venga rispettato, combattiamo perché in realtà ci sentiamo diverse dagli uomini. Però ci lamentiamo quando non abbiamo tempo per noi, ci lamentiamo quando non siamo apprezzate o guardate come vorremmo, e ci lamentiamo se gli uomini non si comportano da uomini.

Non voglio essere ipocrita perchè sono una donna anch’io. Non ho scelto io di esserlo, ma ho scelto io che tipo di donna diventare. Ho scelto come vivere il mio essere donna, sia nell’ambito privato che in quello lavorativo.
So che ho dei valori e un’etica di comportamento che possono essere giusti o sbagliati agli occhi degli altri, ma assolutamente coerenti con quella che sono io e coerenti con il modo di vivere la vita. Ed è per questo che non mi permetto di generalizzare né di giudicare scelte e comportamenti altrui, come non me la sento di dire che “io certe cose non le farei mai” perché la vita, ogni tanto, ti mette di fronte a delle situazioni in cui è difficile dire di no.

Da donna dico che mi da fastidio pensare che il mio stipendio sia il 17% più basso rispetto a quello di un mio pari uomo, mi da fastidio pensare che il capo o i colleghi mi possano guardare il sedere, ma allo stesso tempo, da donna, dico che mi da fastidio andare al lavoro quando sono piegata in due dal mal di pancia e vorrei restare a casa, e mi da fastidio quando un uomo che mi piace non mi guarda come vorrei.

Siamo contorte e contraddittorie. Vogliamo essere come gli uomini, ma vogliamo che gli uomini ci trattino come principesse. Vogliamo lavorare e vogliamo fare le mamme. Vogliamo la parità, quando siamo le prime a sapere di non essere alla pari (non inteso in senso negativo).

Io però mi sono un po’ stufata. Basta lamentarci, basta criticarci a vicenda, basta pretendere di essere chi non siamo o di non sapere di che cosa stiamo parlando. Basta essere ipocrite.

Lo sappiamo tutte che noi donne siamo un po’ sante, un po’ mamme, un po’ zoccole, un po’ sorelle… Non giriamo la testa dall’altra parte fingendoci offese da determinati commenti, quanto piuttosto alziamo la testa, perchè, ragazze mie, la nostra forza sta nel fatto che decidiamo noi come e quando e con chi essere sante, mamme, zoccole o sorelle!


6 commenti on “QualcunA”

  1. Alessandro Boggiano ha detto:

    Devo ammettere con rammarico che ringrazio di essere nato uomo. È più facile.

  2. S.S. ha detto:

    Ma nooooo!!! Sarà anche più difficile, ma è anche mooolto più divertente essere donna!!!!

  3. Alessandro Boggiano ha detto:

    Non lo so.
    Io non ho mai provato Urrà… 🙂

  4. S.S. ha detto:

    Ahahaahh!!! E nemmeno io ho mai provato ad essere uomo. Ma va bene così: entrambi siamo contenti di ciò che siamo!

  5. lordbad ha detto:

    Concordo.

    Al di là comunque di quanto si possa dire circa l’origine storica di questa festa, ti invitiamo se vuoi a ricambiare la visita nel nostro blog dove per l’occasione si parla di un chimico, un malato di cuore, un ottico, un gigolò, dio, un serpente e un ermafrodita.Non è una barzelletta. è il nuovo post di Vongole & Merluzzi. Sull’ 8 marzo. Buona lettura.

    http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/03/08/laltra-faccia-della-mela/


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